Minore sofferenza nella pesca
Un nuovo rapporto evidenzia il benessere dei pesci nella pesca con palangari.
Il consorzio Carefish/catch ha pubblicato un nuovo rapporto che mette in luce le problematiche legate al benessere animale nella pesca con palangari. Il documento si concentra sulle piccole attività di pesca costiera nel sud del Portogallo e propone raccomandazioni concrete per ridurre la sofferenza dei pesci catturati.
Una tecnica di pesca tradizionale sotto esame
I ricercatori hanno studiato la pesca con palangari, una tecnica in cui i pescatori locali calano lunghe lenze con ami innescati sul fondo marino. Questo metodo viene utilizzato per catturare specie di interesse commerciale come il sarago maggiore (Di plodus sargus), il sarago fasciato (Diplodus vulgaris) e il pagello (Pagellus erythri nus). Sebbene queste attività di piccola pesca siano considerate a basso impatto ambientale e di valore culturale, il rapporto mostra chiaramente che ci sono margini importanti per migliorare il trattamento degli animali.
Vitalità e stress sotto osservazione.
Durante undici uscite in mare, i ricercatori hanno valutato le condizioni dei pesci sia attraverso l’osservazione diretta sia mediante analisi del sangue. Sono stati misurati diversi indicatori di stress, come cortisolo, glucosio, lattato e concentrazione di sali nel sangue – un parametro che aumenta quando i pesci vengono esposti all’aria. Sebbene molti pesci sembrassero attivi al momento della cattura, la loro vitalità diminuiva rapidamente. Dopo solo un’ora, i pagelli risultavano spesso già privi di reazioni – un chiaro segno di sofferenza intensa. I valori ematici indicano che il livello di stress era già elevato al momento del recupero dall’acqua, probabilmente a causa della prolungata lotta all’amo.
Raccomandazioni per migliorare il benessere dei pesci
Il rapporto individua due momenti critici in cui il benessere dei pesci può essere compromesso: la fase di cattura e la manipolazione a bordo.
Le principali raccomandazioni includono:
- Ridurre il tempo che i pesci trascorrono agganciati all’amo, per evitare ferite ed esaurimento.
- Utilizzare attrezzi più adatti al benessere animale (es. ami circolari o privi di ardiglione).
- Migliorare le pratiche di manipolazione a bordo tramite formazione e sensibilizzazione dell’equipaggio.
- Stordire e uccidere i pesci in modo rapido e appropriato– ad esempio con un colpo preciso alla testa seguito da dissanguamento.
“Le attività di pesca su piccola scala possono svolgere un ruolo guida nel miglioramento del benessere dei pesci“, afferma Fausta Borsani del consorzio Carefish/catch. “Con modifiche relativamente semplici alle attrezzature e alle procedure, è possibile ridurre sensibilmente la sofferenza– migliorando al contempo la qualità del prodotto e la fiducia dei consumatori.”
Un invito all’azione
Il progetto Carefish/catch collabora strettamente con Friend of the Sea, programma di certificazione per la pesca, per applicare concretamente queste misure. Il rapporto fa parte di un’iniziativa internazionale per includere il rispetto del benessere animale tra i criteri della pesca sostenibile.
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