Salviamo gli Albatros
La problematica etico-sociale
Gli albatros rappresentano le figure simbolo degli uccelli marini che trascorrono la maggior parte della vita in mare e che approdano a riva principalmente per nidificare. Si tratta di una razza nomade e longeva soggetta a continue insidie, tra cui:
- carenza di sostentamento a causa delle sempre più ridotte risorse ittiche
- distruzione dell’habitat riproduttivo
- predazione dei pulcini da parte dei roditori che infestano le isole di nidificazione
- accumulo di rifiuti plastici in mare in cui gli uccelli possono rimanere impigliati o che, scambiati per cibo, arrivano addirittura a essere ingeriti, portando così gli albatros a una morte per inedia.
A ogni modo, per gli albatros la minaccia peggiore è e rimane la cattura nei palangari o nelle reti da traino dei pescherecci.
I pescherecci dotati di palangari fissano lenze con una capacità di estensione di oltre cento chilometri. Ognuna di queste contiene decine di migliaia di esche che galleggiano per un po’ in superficie per poi sprofondare sott’acqua, fuori dalla portata degli albatros che, da predatori opportunisti quali sono, radunati attorno ai pescherecci, si fiondano in un lampo sulle esche prima che affondino. Una volta afferrata l’esca, però, l’uccello viene preso all’amo e le lenze finiscono sott’acqua provocandone l’annegamento.
Gli stessi pescherecci a traino costituiscono un serio pericolo. I loro equipaggi, infatti, effettuano le catture a bordo per avere quanto più pescato possibile e si disfano delle frattaglie indesiderate (teste e interiora) scartandole in mare, facendo così pregustare un lauto pasto gratis ai nostri albatros che ne fiutano l’odore a chilometri di distanza. In questa frenesia alimentare, i volatili rischiano di rimanere impigliati nelle reti da pesca o perfino di sbattere contro i cavi utilizzati per trascinare le reti da traino in acqua e risalire a bordo, finendo per essere catturati e diventando a tutti gli effetti parte del pescato del giorno.
Conseguenze ambientali
Si aggira sui 100.000 il numero di albatros che ogni anno trovano la morte a causa delle attrezzature da pesca. Tenendo conto delle numerose insidie su cui già di per sé incappano, senza contare che trattandosi di una razza longeva alcune specie nidificano solo a cadenza biennale, con la deposizione di un unico uovo a ogni tentativo di riproduzione, il tasso di mortalità che ne emerge risulta superiore a quello di procreazione. Una situazione insostenibile che sta portando alla rapida scomparsa di molte specie di albatros. Stiamo seriamente correndo il rischio di perdere questi leggendari uccelli marini. Come conseguenza diretta di questa imperterrita cattura accidentale, fra le tante altre minacce, delle 22 specie di albatros al mondo, ad oggi sono 17 quelle considerate a rischio estinzione – nove delle quali indicate come “in pericolo” o “in grave pericolo” nella Lista rossa delle specie minacciate dell’IUCN.
Soluzioni possibili
Diverse sono le soluzioni low cost ma al tempo stesso efficaci che possono fronteggiare il problema della cattura accidentale degli uccelli marini, tramite pratiche di pesca con palangari e reti da traino, tra cui:
- Disporre di lenze spaventapasseri — i cavi con le bandierine, o pali tori, sono strumenti di deterrenza per uccelli costituiti da funi dotate di bandierine colorate che si muovono dietro il peschereccio quando vengono fissate le lenze con le esche. Una semplice ed economica misura di mitigazione, facilmente applicabile senza apportare modifiche alle attrezzature per la pesca, in grado di scongiurare al 100% le catture accidentali degli albatros, come anche di altri uccelli marini.
- Posizionare le lenze nelle ore e nei luoghi in cui si registra minore attività da parte degli uccelli marini — tale approccio funge da valido supporto a ridurre, se non a scongiurare, le interferenze tra le attività alieutiche e gli uccelli, con un conseguente calo del tasso di mortalità. Sistemare le lenze di notte, quando i volatili non sono alla costante ricerca di cibo, aiuta a diminuire sensibilmente il numero delle catture accidentali, così come gioverebbe a tale scopo la chiusura stagionale delle zone di pesca limitrofe alle colonie di nidificazione.
- Appesantire o dispiegare le lenze sott’acqua — applicare dei pesi ai palangari per far affondare rapidamente le esche dimezza le tempistiche in cui gli uccelli possono accedervi, riducendo perciò le probabilità che vengano catturati accidentalmente. Allo stesso modo, disporre le lenze attraverso degli scivoli che ne blocchino l’esposizione sulla superficie può impedire ai volatili marini di fiondarsi sulle esche prima che sprofondino sott’acqua. Altre misure, come l’utilizzo dei tiratori a filo o dei mulinelli da baitcasting, o anche la disposizione dei palangari sulla parte laterale del peschereccio (dove si svolgono maggiormente le attività sul ponte) piuttosto che a poppa (dove la turbolenza dell’elica può ostacolare l’affondamento) apportano un validissimo contributo nella lotta alle catture accidentali, soprattutto se attuate in abbinamento ad altri espedienti, quali l’applicazione dei pesi ai palangari e/o le lenze spaventapasseri.
- Distogliere l’attenzione degli uccelli marini dalle attività di pesca — dato che molti volatili vengono attirati verso i pescherecci dal richiamo visivo e olfattivo delle frattaglie scartate, per tenerli lontani quanto più possibile basterebbe semplicemente non gettare in mare le esche e le interiora dei pesci. Per la stessa ragione, tingere i calamari usati come esca per non farli saltare all’occhio degli uccelli marini che si librano sopra di loro può scongiurarne l’eventuale cattura, senza compromettere la riuscita delle operazioni alieutiche, il cui vero e solo bersaglio sono appunto i pesci.
- Aggiornare e sensibilizzare il settore ittico — disporre di misure di mitigazione in grado di far decrescere sempre di più il numero delle catture accidentali degli uccelli marini è un grande passo, ma è fondamentale coinvolgere l’intero settore della pesca per l’attuazione concreta di tali soluzioni. Per questo, occorre necessariamente avviare delle campagne formative rivolte ai protagonisti di questa attività, che incoraggino le imprese e gli equipaggi a implementare le giuste misure di mitigazione atte a limitare le catture accidentali degli albatros e di altri uccelli marini. In definitiva, la riduzione delle catture accidentali non andrà solo a beneficio della conservazione delle specie in questione, ma apporterà considerevoli migliorie anche al settore ittico, considerato che un numero inferiore di uccelli annegati sulle esche si tradurrà inversamente con una maggiore quantità di esche disponibili sott’acqua per la cattura del pesce, la reale preda prevista.
Attività e iniziative della WSO
Friend of the Sea, progetto avviato dalla World Sustainability Organization, supporta finanziariamente la campagna “Salviamo gli albatros”, guidata dalla Royal Society for the Protection of Birds (RSPB). Nel 2006, proprio nell’ambito di tale campagna, la RSPB assieme all’ONG Birdlife International ha istituito l’Albatross Task Force, formata da un team di esperti internazionali specializzati che affiancano nel loro lavoro equipaggi del settore ittico di tutto il mondo, fornendogli gli strumenti necessari ad adottare semplici misure che possono salvaguardare la vita degli uccelli marini. La Task Force, inoltre, opera a stretto contatto con le autorità governative, promuovendo una regolamentazione della pesca più mirata a tutelare gli albatros e le altre specie a rischio estinzione.
L’obiettivo primario dell’Albatross Task Force è, dunque, formare e aggiornare gli operatori dei pescherecci e i pescatori a bordo nave sulle tematiche relative alla protezione delle specie protette dalla cattura accidentale, dando loro informazioni sulle diverse misure di mitigazione disponibili per ovviare a questo problema e aiutandoli a scegliere la soluzione che più si confà alle loro esigenze durante le attività di pesca.
L’iniziativa ha riscosso un enorme successo. Si è registrato, infatti, un notevole calo delle catture accidentali in ben sette zone critiche colpite da questa grave problematica.
Scendi in campo
Friend of the Sea invita le aziende di prodotti ittici traenti profitti finanziari da attività di pesca che stanno seriamente mettendo a rischio estinzione gli albatros e gli altri uccelli marini a impegnarsi nell’implementazione di metodi di riduzione delle catture accidentali.
I palangari e i pescherecci da traino si occupano principalmente della pesca di tonno, pescespada, merluzzo bianco, nasello, gamberetti e aringhe. Chiedi al tuo fornitore di fiducia o quando vai al ristorante se tali specie provengono da pescherecci certificati Friend of the Sea.
Puoi sostenere anche tu la campagna “Salviamo gli albatros” firmando la petizione su Change.org, che appoggia concretamente Friend of the Sea nella promozione, nei confronti delle aziende che operano nel campo ittico e dei prodotti da pesca, di proficue innovazioni che apporteranno benefici nell’ambito dei settori in questione, oltre che garantire una maggiore tutela degli uccelli marini.
Se scendiamo in campo tutti assieme, riusciremo a salvare il nostro leggendario albatros dall’estinzione.