Tutto quello che c’è da sapere sulle tartarughe marine in occasione della Giornata mondiale delle tartarughe

Il 23 maggio è la Giornata mondiale delle tartarughe e per celebrarla, Friend of the Sea® e la World Sustainability Foundation vi porteranno nel mondo di una delle creature più belle e allo stesso tempo a rischio di estinzione: la tartaruga marina comune, una specie di tartaruga marina nota anche come Caretta caretta.

Le tartarughe esistono da oltre 200 milioni di anni. Questo le rende una delle specie più antiche che vivono sulla terra. Tuttavia, molte di loro rischiano l’estinzione, soprattutto a causa di minacce legate all’uomo. Friend of the Sea®, un programma della World Sustainability Organization, ha sviluppato una serie di misure per proteggere le tartarughe. 

Per maggiori informazioni, potete visitare la pagina web.

Golosa di crostacei, pesci e meduse, la Caretta caretta predilige l’Italia come area per nidificare: in particolare, la parte ionica della Calabria meridionale. Ma è possibile trovare individui anche lungo le coste del Mediterraneo, in Grecia, Turchia, Libia e Cipro. Le femmine si recano sulle spiagge per deporre le uova. Le uova si schiudono dopo un’incubazione di circa 50 giorni e poi i neonati devono raggiungere l’acqua. Poiché in questa fase non ci sono cure parentali, i neonati si abituano immediatamente a provvedere a se stessi.

Ecco alcuni fatti sulle tartarughe marine che vi sorprenderanno. E arrivate alla fine se volete sapere cinque cose che nessuno vi ha mai detto sulla Caretta caretta!

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La Tartaruga comune è una specie di tartaruga marina appartenente alla famiglia dei Chelonidae. Può raggiungere gli 80-140 centimetri di lunghezza, con massa variabile tra i 100 ed i 160 Kg. La testa è grande, con il rostro (comunemente è quello che in gergo chiamiamo ‘’muso’’) molto incurvato e degli arti o natatoie molto sviluppati, soprattutto quelli anteriori, dotati di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti. Le natatoie anteriori hanno muscoli più sviluppati al fine di imprimere una spinta propulsiva, mentre le natatoie posteriori fungono da timoni, direzionando e stabilizzando l’atto natatorio.

Questo esemplare presenta un guscio che può raggiungere ben 110 centimetri di lunghezza! Il carapace (la parte superiore del guscio) è di colore rosso-marrone, caratterizzato inoltre da 5 placche costali evidenti.

ALIMENTAZIONE.

La Tartaruga comune si nutre di molluschi, crostacei, pesci e meduse, frantumando anche gusci di granchi o ricci di mare grazie alle loro mascelle possenti. È priva di denti, ma possiede delle sporgenze taglienti usate per triturare il cibo.

RIPRODUZIONE.

Al raggiungimento della maturità sessuale (circa 25 anni), durate la stagione riproduttiva avviene la migrazione da aree di alimentazione ad aree di accoppiamento. Durante l’accoppiamento, il maschio rimane attaccato alla femmina grazie agli artigli delle zampe anteriori, ma dal momento che questo processo può durare anche molte ore, è frequente che il maschio venga scacciato da altri membri della stessa specie che prenderanno il suo posto, infatti in una singola nidiata possono esserci uova fecondate da maschi diversi. A questo punto le femmine, dopo aver atteso qualche giorno in acqua, si dirigono nelle spiagge dove scavano buche profonde e depongono fino a 200 uova, ricoprendole con cura per poi fare ritorno in mare. Le uova si schiudono quasi tutte simultaneamente dopo un periodo di incubazione tra i 42 e i 65 giorni circa (anche se tale periodo dipende direttamente dalla temperatura di incubazione: infatti, più la temperatura è elevata, più gli embrioni si sviluppano velocemente). La determinazione del sesso dei nascituri dipende dalla temperatura del suolo: per esempio, temperature di incubazione vicine ai 32 °C producono solo femmine, temperature vicine ai 26 °C producono soltanto maschi, mentre a 29 °C la nidiata produce approssimativamente lo stesso numero di femmine e di maschi. Schiuse le uova, i piccoli devono affrontare una faticosa risalita dello strato di sabbia che li separa dalla superficie e, una volta emersi all’aria aperta durante le ore notturne, si fanno guidare dal gradiente di luce per raggiungere l’acqua (il mare tende ad essere più luminoso delle dune di sabbia). In questo caso le cure parentali sono assenti, quindi i piccoli dovranno provvedere a loro stessi.

Solitamente, una femmina di Caretta caretta si riproduce ad anni alterni oppure ogni 3 anni. Durante un’estate, può deporre 3 o 4 nidi ad intervalli di 12-16 giorni. Ogni femmina di solito tende a nidificare sulla spiaggia in cui è nata e ad ogni deposizione ritorna pressoché nel medesimo luogo.

DOVE VIVE?

Caretta caretta è la tartaruga più comune del mar Mediterraneo, ma la si può incontrare anche in alto Adriatico e nel mar Ionio. Inoltre, la specie è distribuita nelle acque temperate e tropicali dell’Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano.

Le più importanti aree di riproduzione sono in Grecia, Turchia, Libia e Cipro, ma tra le zone preferite da queste tartarughe per nidificare c’è proprio l’Italia: in particolare, l’area di nidificazione più importante è la parte ionica della Calabria meridionale, siti minori si trovano nelle isole Pelagie e in Sicilia meridionale (le nidificazioni avvengono sempre su spiagge sabbiose).

STATO DI CONSERVAZIONE E PRINCIPALI MINACCE.

Attualmente Caretta caretta è classificata come specie in pericolo per la lista rossa IUCN delle specie minacciate. Questo deriva dal fatto che la Tartaruga comune è una specie particolarmente minacciata, in particolare da: pesca accidentale, intrappolamento nelle reti da pesca, turismo balneare nei siti di nidificazione e illuminazione delle coste, inquinamento del loro habitat (gli oggetti di plastica gettati in mare spesso possono essere ingeriti dalla tartaruga, accumulandosi nello stomaco o provocandone il soffocamento). Non è comunque da sottovalutare il riscaldamento globale, che causa gravi squilibri nella popolazione di nascituri andando ad alterare le temperature, e quindi il sesso dei diversi individui.

Fortunatamente, oggi sono numerose le associazioni che si occupano di controllare e proteggere i siti riproduttivi. Sarebbe necessaria una più vasta campagna di informazione e sensibilizzazione dei pescatori al fine di utilizzare reti da pesca meno invasive e per diffondere le modalità di manipolazione a bordo dei pescherecci per poter ridurre la mortalità successiva alla cattura. Importante contributo è quello di Friend of the Sea che, con il progetto ‘’Turtle safe’’, ha voluto imporre precisi standards alle aziende di pesca per arrivare a ridurre le catture di questi splendidi animali e garantire la loro protezione.

5 CURIOSITA’ SULLA Tartaruga comune:

– È dotata di polmoni, ma nonostante ciò è in grado di svolgere apnee molto lunghe che durano dai cinque ai venti minuti, trascorrendo gran parte della vita adulta nelle acque profonde;

– È molto veloce: può infatti raggiungere velocità superiori ai 35 Km/h!

– Sapevi che 9 °C circa è la temperatura dell’acqua capace di provocare il fenomeno del ‘’cold stunning’’ (‘’stordimento da congelamento”)? Questo perché le tartarughe marine sono rettili eterotermi, cioè a sangue freddo, quindi dipendono da fonti esterne di calore per determinare la temperatura corporea;

– È l’unica specie di tartaruga marina a deporre uova in Italia;

– Sono tre le fasi ecologiche della sua vita: Pelagica, ovvero la vita in mare aperto, Demersale, quando invece si avvicina al fondo marino, ed infine la  Neritica intermedia, quando dal mare aperto si avvicina alla costa entro i 200 metri di profondità.

 

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